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In italiano esistono quattro modi diversi per dire “you”: tu, voi, Lei, e Loro. Tu (singolare) e voi (plurale) sono forme informali, usate con familiari, bambini, amici intimi e persino animali domestici. Lei (singolare) e Loro (plurale), invece, sono forme formali, utilizzate per uomini e donne in egual modo, nelle situazioni più rispettose. Per esempio, si usano con persone anziane, estranei, professori o individui con cui non si ha confidenza.

In Italian, there are four different ways to say “you”: tu, voi, Lei, and Loro. Tu (singular) and voi (plural) are informal forms used with family members, children, close friends, and even pets. Lei (singular) and Loro (plural), on the other hand, are formal forms, used for both men and women, in more respectful situations. For example, they are used when addressing elderly people, strangers, teachers, or individuals you’re not familiar with.

Ma non è sempre stato così. Durante l’epoca romana, non esisteva un sistema di cortesia: perfino l’imperatore veniva chiamato con il semplice tu. Fu introdotto voi come primo segno di distinzione tra le classi sociali superiori e quelle inferiori. Solo durante il Rinascimento fece la sua comparsa il Lei, nelle corti sfarzose, come forma privilegiata per rivolgersi alle autorità o a persone sconosciute. La parola Lei (spesso scritta con la maiuscola) deriva da espressioni come “l’eccellenza vostra” o “la sua eccellenza.” Poiché in italiano questi titoli sono femminili, si ridussero semplicemente a Lei.

But it wasn’t always this way. During the Roman era, there was no system of formal address: even the emperor was addressed with the simple tu. The form voi was introduced as the first way to distinguish between higher-ranking individuals and those of lower status. It wasn’t until the Renaissance that Lei appeared in the opulent courts, becoming the preferred way to address superiors or strangers. The word Lei (often capitalized) comes from expressions like “l’eccellenza vostra” or “la sua eccellenza” (Your Excellency or His/Her Excellency). Since these titles are feminine in Italian, they were eventually shortened to just Lei.

Ancora oggi, l’uso di tu e Lei distingue tra livelli sociali o gradi di formalità. Al sud, si sente ancora l’uso di voi, ma in generale gli italiani preferiscono Lei nelle situazioni formali e tu in quelle informali. Quando due persone, inizialmente legate da un rapporto formale, si sentono a proprio agio, una delle due può proporre: “Possiamo darci del tu?” Questo segna una transizione importante nel rapporto, simbolo di amicizia e confidenza. Di solito, la richiesta non viene mai rifiutata, ma il vero problema è ricordarsi chi ha ottenuto questo permesso!

Even today, the use of tu and Lei distinguishes social levels or degrees of formality. In southern Italy, voi is still used, but generally, Italians use Lei in formal situations and tu in informal ones. When two people, initially using formal address, feel more comfortable, one might ask, “Can we switch to ‘tu’?” This marks an important shift in the relationship, symbolizing friendship and trust. Usually, the request is never denied, but the real challenge is remembering who you’ve given permission to address you informally!

Solo in Italia la scelta tra tu e Lei può fare la differenza tra una bella figura e una pessima impressione! Che pressione sapere quando usare l’uno o l’altro! Ma attenzione a non accelerare i tempi: come ricordato in un articolo sui colloqui di lavoro, domande come “Possiamo darci del tu?” o “E le ferie?” sono considerate frasi da evitare assolutamente.

Only in Italy can the choice between tu and Lei make the difference between making a good impression or a bad one! What pressure to know when to use which! But beware of rushing things: as highlighted in an article about job interviews, questions like “Can we switch to ‘tu’?” or “What about vacation days?” are considered deal-breaking phrases to avoid at all costs.

L’altro giorno, guardando Un Posto al Sole (episodio del 19/03/2010), ho notato un esempio divertente di come due persone cerchino di passare al tu. Giacomo, il nuovo fidanzato di Silvia, chiede consigli a Michele, l’ex marito, ma confonde lei, Lei e tu. Questo mostra quanto passare al tu possa essere complicato!

The other day, while watching Un Posto al Sole (episode from 03/19/2010), I noticed a funny example of two people trying to switch to tu. Giacomo, Silvia’s new boyfriend, asks her ex-husband Michele for advice but mixes up lei, Lei, and tu. It shows how tricky switching to tu can be!

Ecco la conversazione – piu’ o meno!

Giacomo: Permesso…
Michele: Ah, Salve….si’
Giacomo: Salve! Disturbo?
Michele: No. No. Ma pero’ se cerca Guido non c’e’. E’ uscita questa sera.
Giacomo: Non cercavo Guido, cercavo proprio Lei.
Michele: Me? Ahhh…di che cosa potremo parlare, io e Lei?
Giacomo: Di Silvia.
Michele: Ah, Silvia.
Giacomo: Si’… e’… cos’e per Lei non e’ un problema, che io vorrei chiederLe un consiglio?
Michele: Un consiglio.
Giacomo: Si’. Ecco fatto questo…io vorrei farle un regalo. C’e’ farle a lei Silvia, non a Lei Lei. No, a lei Silvia. Ecco. Forse e’ caso che ci dia del tu, no? Visti i rapporti.
Michele: Hm…Va be’.
Giacomo: Si’. Ecco vorrei farle un bel regalo, no? Qualcosa che le piace davvero. Capisci?
Michele: Si’. Perfettamente. Quello che non capisco e’ cosa posso entrarci io, ecco.
Giacomo: Lei? C’e’ tu? Tu sei la persona piu’ adatta per dare un consiglio, no? Sei stato marito per tanto tempo. Tu conosci sicuramente meglio di me i sui gusti. Per essere sincero, fare un regalo a una donna non e’ proprio la mia specialita’.
Michele: Immagino.
Giacomo: Anzi questa e’ la prima volta che mi capita!
La conversazione continua cosi’ e Michele dice che non puo’ aiutare Giaccomo. Alla fine Giaccomo, un po’ embarazzato esce. Pero’ come vediamo ha ancora difficolta’ con dare del tu….
Giacomo: beh… ci ho provato… ehhh, niente non Le faccio perdere altro tempo…, Le ringrazio e Le saluto….cioe’…ti ringrazio e ti saluto…

Passare dal Lei al tu è un po’ come ballare il tango:
ci vuole il giusto ritmo e molta pratica!


Switching from Lei to tu is like dancing the tango:
it takes the right rhythm and plenty of practice!

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11 Comments

  1. Io ho notato che devo davvero essere invecchiata tanto, perchè iniziano a essere tante le persone che mi danno del “Lei”, mentre fino a qualche anno fa questo non succedeva…
    di solito ci si rivolge con il “tu” quando si parla ai giovani anche se non è corretto se non sei in confidenza con loro!

  2. e qui si sa che si diventa vecchia quando i giovani aggiungono “m’am (per madam). Per esempio invece di semplicemente “Excuse me” (il modo normale) pensano che sia necessario di essere piu’ formali e e rispettosi e dunque dicono “Excuse me m’am” (di solito riservato per le persone l’eta dei loro genitori!) So che pensano di essere gentile…ma per una donna sicuramente e’ un insulto! 😉

  3. Altro giorno mia nuora che ha più di trenta anni era molto sconvolta perché qualcuno le ha detto “ma’am”! Poverina!

    Trovo molto interessante che questo modo formale e informale di dire “tu” é molto simile a quello della cinese. Inoltre, in cinese, possiamo anche usare il plurale “voi” invece di “tu” o “Lei” quando la situatione é un pó ambigua. É simile in italiano ( i.e. l’uso di “voi”)?

  4. @Melissa: è un po’ come quando ad un uomo cominciano a dare del “Signore”.

    @charlene: l’uso dei “voi” è da evitare assolutamente, nel linguaggio formale. Purtroppo è un’abitudine dura a morire al sud, dove spesso viene usato anche con persone giovani. Oggi vige la regola di darsi del “lei” tra persone che non si conoscono o hanno rapporti molto formali.

  5. Sulla nascita dell’uso del “lei” non sapevo nulla; non si finisce mai di imparare 🙂
    Hanno iniziato da un po’ a darmi del “lei”; anche il giovane padawan (stagista) che abbiamo avuto di recente ha continuato a darmi del “lei” non ostante le mie ripetute minacce :asd:
    Dovrò farmene una ragione e nel frattempo mi fingo piccato quando mi dicono che ho “una certa età” tanto per godermi l’imbarazzo dipinto sulla faccia del gioviname :asd:

  6. Wow Melissa. What a great blog article! Tanto lavoro ci hai messo. How can I watch the video? When I try it tells me it’s private and I need to accept an invite or friend request or s.t. simile.

    1. Ciao Jodina! Grazie per il feedback…sono una principiante a pubblicare i video tra YouTube! Ho dimenticato di cambiare i setting per farlo pubblico. Ho appena cambiato i privacy setting…provaci ancora e fammi sapere se adesso puoi vederlo!

  7. Io sono nata e vissuta in Sicilia e ho sempre usato il “Lei”.
    I miei nonni usavano il “Voi” .

    C’e` gente che dice che il “Lei” non si usa piu` in Italia…e` assolutamente falso.
    Chi ha buona educazione lo usa.

  8. A proposito di quest’argomento, ecco una barzelletta:
    http://www.mybestlife.com/ridere/fateci_ridere/lao_8.htm
    Darsi del tu o del Lei?
    Il direttore generale di una banca si preoccupa per un giovane funzionario rampante che dopo un periodo in cui aveva lavorato al suo fianco senza mai fermarsi a pranzo comincia ad assentarsi a metà giornata. Il direttore chiama l’investigatore privato della banca e gli dice: “Segua Marini per una giornata intera, non vorrei che lui fosse implicato in qualche cosa di sospetto.”

    L’investigatore esegue quanto richiesto, ritorna ed informa:
    “Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la sua macchina, va a casa sua a fare pranzo, fa l’amore con sua moglie, fuma uno dei suoi magnifici sigari e torna al lavoro.”

    “Ah bene, meno male, non c’è niente di male in tutto questo.”

    “Signor direttore, posso darle del tu?” chiede l’investigatore.

    “Sì, certo.” risponde sorpreso il direttore.

    “Ripeto: Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la tua macchina, va a casa tua a fare pranzo, fa l’amore con tua moglie, fuma uno dei tuoi magnifici sigari e torna al lavoro.”

  9. Premetto che bisogna distinguere ambienti formali e informali. Sono passati diversi anni.
    Oggi, diverse volte, vedo usare il lei, solo con le persone apparentemente invecchiate.
    Non vedo il rispetto che rappresentava in passato. Al massimo si usa per tenere una distanza. Nella mia città è rarissimo vederlo usare “solo” per rispetto.
    Soprattutto negli ambienti più informali, tipo un bar, spesso, i clienti, vengono trattati in modo diverso, secondo l’età apparente(non controllano certamente il documento)
    è ovvio che in questi casi non viene usato il “lei” come segno di rispetto “al curriculum” ma solo sulla base anagrafica.
    Addirittura, ho visto coetanei, trattati in maniera differente. Quello con l’aspetto “invecchiato”, si beccava il lei, gli davano del signore, veniva trattato quasi come un nonno.
    Quello con l’aspetto più giovanile si beccava il “tu, rapporto informale, veniva trattato meglio”.
    Non voglio generalizzare ovviamente.. voglio solo dire che almeno in alcune zone del nord Italia, il “lei” ma di più l’appellativo “signore” non sono più sinonimo di “persona rispettabile” ma solo di più vecchio o vecchio.
    Questo deriva dall’interpretazione di signore da “senior”, comparativo di Senex, citata anche sull’enciclopedia Treccani. Definizione che può essere facilmente verificata da fonti attendibili. Esistono altre interpretazioni dello stesso appellativo, ma necessitano una conoscenza discreta della persona e sono andate quasi in disuso in diversi ambienti.
    Si usava una volta come segno di rispetto, quando Signore era il proprietario di terreni, il 20enne il garzone.. ma appunto parliamo di altre epoche. Oggi ci sono 40enni che portano le pizze col motorino.. e 25enni che sono manager di grandi aziende(almeno in Europa).
    Suona ridicolo, a volte, usare un rapporto “asimmetrico” tu/lei, fra adulti solo su base anagrafica. Soprattutto se la persona che viene trattata “diversamente”, non è realmente anziana.
    Ho studiato in Germania. Nonostante il tedesco, non sia certamente privo di formalità, davo del “tu” ad un mio professore. è stato lui a volerlo.
    Il rapporto tra noi è sempre rimasto strettamente professionale e il rispetto nei suoi confronti non mancava.
    Oggi, dare del tu, è considerato da molti solo un modo più informale di parlare. Non toglie niente al rispetto per il curriculum della persona.
    Klaus Gehrig della Lidl, per fare un esempio, sempre in Germania, ha deciso di farsi chiamare “per nome” da 370 mila dipendenti, per lo stesso motivo. Questa iniziativa è stata criticata da alcuni, ma voleva dare un segno di cambiamento.
    Qui in Italia, almeno nella mia città del nord: vedo dare alle persone che si stimano spesso del tu.. quando il dialogo diventava conflittuale mi è capitato che qualcuno passasse al lei. (niente che faccia pensare a rispetto).
    Le persone che mi hanno trattato peggio e con più maleducazione, nella mia vita, hanno usato quasi tutte il “lei”, nei miei confronti.
    Esistono anche film comici nei quali le forme di cortesia vengono usate, oggi, per umiliare qualcuno. Nei film ambientati in altre epoche succedeva l’opposto.
    In conclusione: di solito mi regolo in base all’ambiente, alla persona… in ogni caso non penso che il “lei” e tantomeno l’appellativo “signore” rappresentino quel segno di rispetto di una volta. Finisci per apprezzare di più un “tu” dato con rispetto, che un “lei” dato in modo dispregiativo, mantenendo una distanza eccessiva, soprattutto se non tutti gli estranei adulti(e per adulti noi intendiamo dai 18/20 anni in su..) non vengono trattati allo stesso modo.
    Ho visto negozianti e commesse contare le rughe prima di decidere come rivolgersi a qualcuno, trattare adulti in maniera diversa a seconda dell’aspetto fisico.. potrà essere corretto formalmente, ma se devo dare un parere “personale”, non mi piace.
    P.s: è solo la mia opinione basata su esperienze reali.