Quando percorro le strade di Roma, mi sento un po’ come Vittorio De Sica quando lui vagava per la città cercando i posti giusti per il suo film Ladri di biciclette.
Io invece di complottare le scene di un film, cerco di tenere gli occhi aperti per notare bene tutti i dettagli ed essere capace di ricordarli quando sono lontana da Roma, a casa in California di nuovo. Un girovagare per Roma è una sorpresa per tutti i sensi. Dalla strada sento rumori diversi che non sono abituata a sentire negli Stati Uniti. Il ronzio delle moto che girano intorno al monumento di Vittorio Emanuele, assieme ai suoni della sirena dei carabinieri o di un ambulanza romana, è musica, sebbene musica un po’ storta, agli orecchi di quest’americana.
Dietro ogni angolo, c’è l’aroma di una pizza calda o gli odori dell’appetitosa cucina romana che emanano i ristoranti trendy o le trattorie accoglienti. C’è anche un banchetto visuale per gli occhi nelle forme delle grandi cattedrali barocche e delle antiche rovine romane. Ma ci sono altre visuali più comuni che spiegano molto del carattere e della storia della città che si trovano sopra i negozi, scritti sui muri e lungo le strade ed alle fermate dei mezzi. Sono i manifesti e i tabelloni di Roma. Ecco alcuni che ho fotografato durante la mia ultima passeggiata.
In Piazza del Popolo ho trovato questo misto di antico e il moderno. Sembra che questa dea romana faccia un cenno di avvicinarci per scoprire i segreti di Roma.
Gazelle pelle! Che bella rima! Si può comprare quasi tutto a Roma, ma spero, che non siano veramente di pelle di gazzelle!
La moda vive in quasi ogni viale di Roma….
…e l’arte vive a Roma in luoghi nascosti, come nelle principesche sale tranquille del Palazzo Doria Pamphili, solo pochi passi dalla strada attiva, ma un mondo lontano dal caos e dal traffico!
Graffitti moderni sono scritti sui muri di Vicolo del Piede in Trastevere e vivono inquietantemente con i vecchi mattoni dei romani.
Sempre un buon segno vedere “Bar” o “Pasticceria” per coloro che vogliono fermarsi a bere un espresso e mangiare un dolce prima di continuare la loro passaggiata.
Alla fermata mentre aspettavo l’autobus ho incontrato Marcello Mastroianni! Bello guardare giú la strada per controllare l’avanzamento del pullman e vedere invece la sua faccia da vicino!
Roma è una città piena di luoghi affascinanti come sanno tanti registi, e uno dei manifesti più informativi che ho visto durante la mia passeggiata attraverso Roma è stato questo che parlava del film Ladri di biciclette e di come De Sica il regista, avesse giorvagato con Cesare Zavattini, l’autore del soggetto e della sceneggiatura del film, nell’autunno del 1947, in ricerca dei luoghi adatti per scene da girare. Il cartellone dice:
La Roma del dopoguerra, l’immagine di una città povera, dall’umanità precaria, è l’ambientazione che Vittorio De Sica sceglie per realizzare il film “Ladri di biciclette”, basato sul romanzo di Luigi Bartolini. Siamo nell’autunno del 1947 e De Sica si muove tra le vie della capitale, accompagnato dal suo amico Cesare Zavattini, autore del soggetto e della sceneggiatura del film, andando alla ricerca dei luoghi adatti per scene da girare. “Vorremmo vedere, un’occhiata, per ragioni di cinema. Un girovagare per strade a palazzi, per trovare gli spunti giusti.”
La sceneggiatrice Suso Cecchi D’ Amico a tal proposito ricorda che il film “era tutto scritto. Nasceva dalla strada e dal tavolino: entrambe le cose”. Si costeggia così il Lungotevere, via del Tritone, si passa a visitare i caseggiati popolari di via Val Melaina, poi piazza Vittorio, Porta Portese e zono Flaminio. Tutti questi luoghi diventano lo scenario in cui viene costruita, raccontata la difficile e struggente storia di un padre di famiglia, Antonio Ricci (il bravissimo Lamberto Maggiorani), un povero disoccupato che percorre la città con il figlioletto Bruno (Enzo Staiola) alla disperata ricerca della sua bicicletta rubata, unica possibilità per poter tornare a lavorare.
Il film di De Sica esce nelle sale nel 1948 e dopo una tiepida accoglienza da parte del pubblico italiano, raggiunge rapidamente il successo a livello internazionale, sia di pubblico che critica, conquistando anche il suo secondo Oscar dopo Sciuscia. Nel tempo il film viene riconosciuto come uno dei principali capolavori del cinema neorealista. Tra le curiosità, si dice che alcuni produttori americani avessero inizialmente offerto a De Sica dei fondi per il film, a patto che venisse scelto Cary Grant come attore principale. Nel film poi fa una piccola comparsa un irriconoscibili Sergio Leone, nei panni di un giovane seminarista.
Bello quello che si può imparare leggendo i manifesti di Roma!
L’ultima scena Ladri di biciclette
(in italiano il segno è quello che noi definiamo “sign”, il segnale e’ di solito stradale, il cartello, il cartellone, il tabellone o il manifesto sono piu’ appropriati. Nota però che per i negozi usiamo la parola “l’insegna di un negozio”)
GREAT POST!
Your pictures are so evocative of the wonderful ‘fritto misto’ that I love about Rome, and it was wonderful to watch the scene again. Grazie dal cuore!
Melissa,
C’e un documentario molto interessante che si chiama “L’orchesta di Piazza Vittorio”. E’ una storia di un gruppo di musicisti immigrati che formano un’ orchesta per raccogliere i fondi per un teatro abbandonato. Il teatro Apollo e’ situato nella Piazza Vittorio Emanuele. Adoro questa musica cosi tanto e prossima volta che vado in Italia, spero che posso vedere lo spettacolo la.
Sempre godo di legere la tua blog.
Cynthia
PS Il documentario e’ su Netflix