Paio di Scarpette Rosse: Una Commemorazione di Joyce Lussu
The Red Shoes of Buchenwald: A Poem by Joyce Lussu to Never Forget
Oggi e per sempre, ricordiamoci
Today and Forever, Let Us Remember
La Giornata della Memoria, celebrata il 27 gennaio, è dedicata al ricordo delle vittime dell’Olocausto. È un momento per riflettere, imparare e promettere di non dimenticare mai gli orrori che hanno segnato la storia. Una delle voci più toccanti della letteratura italiana che ha affrontato questa tragedia è quella di Joyce Lussu, poetessa, scrittrice e partigiana.
Remembrance Day, observed on January 27th, is dedicated to honoring the victims of the Holocaust. It is a time to reflect, learn, and promise never to forget the horrors that scarred history. One of the most poignant voices in Italian literature addressing this tragedy is Joyce Lussu, a poet, writer, and partisan.
Chi era Joyce Lussu?
Who Was Joyce Lussu?
Joyce Lussu, nata a Firenze nel 1912, fu una donna straordinaria: una scrittrice, traduttrice, e partigiana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, combatté con le brigate Giustizia e Libertà, ricevendo la medaglia d’argento al valor militare. Fu anche la seconda moglie di Emilio Lussu, politico e scrittore italiano. La sua poesia ci offre una finestra sul dolore, l’ingiustizia e l’umanità perduta durante l’Olocausto.
Joyce Lussu, born in Florence in 1912, was an extraordinary woman: a writer, translator, and partisan. During World War II, she fought with the Justice and Freedom brigades, earning the Silver Medal for Military Valor. She was also the second wife of Emilio Lussu, an Italian politician and writer. Her poetry offers a window into the pain, injustice, and lost humanity of the Holocaust.
“C’è un paio di scarpette rosse”
“There’s a Pair of Red Shoes”
Questa poesia, scritta da Joyce Lussu, è una testimonianza dolorosa e intensa di ciò che accadde nei campi di sterminio nazisti. Le sue parole evocano un’immagine indelebile: un paio di scarpette rosse numero 24, appartenute a un bambino innocente. Le scarpette, quasi nuove, ci raccontano una storia che va oltre il tempo, ricordandoci delle vite spezzate e dell’orrore inimmaginabile di quei giorni.
This poem, written by Joyce Lussu, is a powerful and poignant testimony of what occurred in Nazi extermination camps. Her words evoke an indelible image: a pair of red shoes, size 24, belonging to an innocent child. The shoes, almost new, tell a story that transcends time, reminding us of the lives cut short and the unimaginable horror of those days.
Non dimentichiamo mai
Let Us Never Forget
Le “scarpette rosse” non sono solo un simbolo di una vita innocente, ma anche un monito. Attraverso queste immagini, Lussu ci invita a riflettere su come ogni vita abbia valore e su come sia nostro dovere assicurarci che simili atrocità non si ripetano mai. La sua poesia continua a essere letta e condivisa, mantenendo vivo il ricordo delle vittime dell’Olocausto e rinnovando il nostro impegno per un mondo più giusto.
The “red shoes” are not only a symbol of an innocent life but also a warning. Through these images, Lussu invites us to reflect on how every life has value and how it is our duty to ensure such atrocities never happen again. Her poem continues to be read and shared, keeping the memory of the Holocaust victims alive and renewing our commitment to a more just world.
“C’è un paio di scarpette rosse”
C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora
la marca di fabbrica Schulze Monaco.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette
infantilia Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni.
Ma il suo pianto lo possiamo immaginare.
Si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini,
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
“There’s a Pair of Red Shoes”
There’s a pair of red shoes, size twenty-four,
almost new: on the inner sole, you can still see
the factory brand Schulze Monaco.
There’s a pair of red shoes
on top of a pile of children’s shoes
at Buchenwald.
Further along, there’s a heap of blonde curls,
black and chestnut locks
at Buchenwald.
They were used to make blankets for soldiers.
Nothing was wasted.
And the children were stripped and shaved
before being pushed into the gas chambers.
There’s a pair of red shoes,
Sunday red shoes,
at Buchenwald.
They belonged to a child of three years,
perhaps three and a half.
Who knows what color their eyes were,
burned in the ovens.
But we can imagine their tears.
We know how children cry.
We can also imagine their little feet,
shoe size twenty-four,
for eternity,
because the feet of dead children do not grow.
There’s a pair of red shoes
at Buchenwald,
almost new,
because the feet of dead children
do not wear out the soles.
Grazie tante per aver condiviso questa poesia commovente.
Ciao Melissa,
Mi piaceva molto questa poema. Mi ha fatto ricordare un posto a Budspes. C è una memoriale d ‘ olocausta sulla riva del fiume fatto di scarpe. Ci sono scarpe di bambini e adulti allineate lungo la riva del fiume. C è sola una piccola targa lì. Sarebbe molto facile mancare questo posto. Ma questo memoriale è molto profondo, più profondo di altre memoriale che quelli che ho visto finora. Forse hai visitato questo posto. La poesia che hai inviato mi ha ricordato. Le Scarpe hanno il potere di farti ricordare.
Penso di te frequentemente specialmente quando leggo i tuoi messaggi/ lezioni.
Spero che tutto sia bene con te e tua famiglia.
Un caro saluto,
Nancy