È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino: un tocco di genio
The Hand of God by Paolo Sorrentino: A Touch of Genius
Un film intimo e personale
An intimate and personal film
È stata la mano di Dio” (“The Hand of God”), scritto, diretto e prodotto da Paolo Sorrentino, è ora disponibile su Netflix.
“The Hand of God,” written, directed, and produced by Paolo Sorrentino, is now available on Netflix.
Paolo Sorrentino, già noto per i suoi film “La grande bellezza” (“The Great Beauty”), “Il Divo” e “The Young Pope,” ha realizzato un nuovo straordinario film che fonde elementi autobiografici e inventati per creare un memoir drammatico e onirico. In questa storia intensamente personale, vista attraverso gli occhi del diciassettenne Fabietto Schisa, Sorrentino ci riporta nella Napoli degli anni ’80. Per il regista, era un periodo di innocenza, che culmina nel momento devastante in cui perse i genitori in un tragico incidente, lasciando lui e suo fratello maggiore orfani, smarriti e senza una direzione.
Paolo Sorrentino, already well known for his films “The Great Beauty,” “Il Divo,” and “The Young Pope,” has crafted an extraordinary new film that merges autobiographical and fictional elements to create a dramatic, dream-like memoir. In this intensely personal story, seen through the eyes of his seventeen-year-old protagonist Fabietto Schisa, Sorrentino takes us back to 1980s Naples. For the director, it was an age of innocence, leading up to the devastating moment when he lost his parents in a tragic accident, leaving him and his older brother orphans, lost and directionless.
Un tributo alla famiglia
A tribute to family
Ma il film non si concentra sulla tragedia. È invece un affettuoso omaggio alla famiglia eccentrica e socievole di Sorrentino e ai suoi genitori affettuosi e spiritosi. Rappresentavano un rifugio per un giovane ragazzo con pochi amici o interessi amorosi e senza obiettivi concreti. Il film racconta anche il percorso di Fabietto nell’accettare la mano che gli è stata data e trovare il coraggio di andare avanti.
But the film does not dwell on tragedy. Instead, it is a loving tribute to Sorrentino’s eccentric and gregarious family and his witty and affectionate parents. They were a haven for a young boy with few friends or romantic interests and no clear goals. The film also explores Fabietto’s journey in coming to terms with the hand he’s been dealt and finding the courage to move forward
La mano di Dio: un riferimento iconico
The Hand of God: an iconic reference
Il titolo del film “La mano di Dio” si riferisce al famoso gol segnato da Diego Maradona, idolo di Fabietto, durante la Coppa del Mondo FIFA del 1986. Maradona segnò utilizzando la mano, e poiché gli arbitri non videro chiaramente il gesto e non esisteva ancora la tecnologia video, il gol venne accettato. L’Argentina vinse la Coppa del Mondo e, in un’intervista, Maradona dichiarò che quel gol era stato realizzato un po’ con la testa di Maradona e un po’ con la mano di Dio. Da allora, quel gol è noto come “la mano di Dio”.
The film’s title, “The Hand of God,” refers to the famous goal scored by Diego Maradona, Fabietto’s idol, during the 1986 FIFA World Cup. Maradona scored using his hand, and since referees didn’t clearly see the move and video technology wasn’t available, the goal was accepted. Argentina went on to win the World Cup, and in an interview, Maradona famously said the goal was made “a little with Maradona’s head and a little with the hand of God.” Since then, that goal has been called “the hand of God.”
Salvato dal destino?
Saved by destiny?
La mania di Fabietto per il suo idolo Maradona lo porta lontano da casa il giorno in cui i suoi genitori muoiono per avvelenamento da monossido di carbonio. Invece di restare con loro, usa il biglietto che suo padre gli aveva regalato per il compleanno per assistere a una partita di calcio in cui giocava Maradona. Fabietto è stato salvato dalla mano di Dio? Era destino? Ci si chiede anche come sarebbe stata la vita di Fabietto (di Sorrentino) se non avesse subito quella tragedia a 17 anni. Forse la sua vita avrebbe preso una direzione completamente diversa se i suoi genitori fossero sopravvissuti. Nessuno lo saprà mai, nemmeno Sorrentino. Ma l’incidente ha spinto un giovane ragazzo a trovare la resilienza e il coraggio per affrontare le imprevedibili vicissitudini della vita e scoprire la sua voce creativa, conducendolo alla carriera cinematografica.
Fabietto’s obsession with his idol Maradona takes him away from home on the day his parents die from carbon monoxide poisoning. Instead of staying with them, he uses the ticket his father gave him for his birthday to attend a soccer match featuring Maradona. Was Fabietto saved by the hand of God? Was it destiny? One also wonders what Fabietto’s (Sorrentino’s) life would have been like had he not suffered tragedy at 17. Perhaps his life would have taken an entirely different turn if his parents had survived. No one will ever know, not even Sorrentino. But the accident propelled a young boy to find the resilience and courage to navigate life’s unpredictable challenges and discover his creative voice, leading him to filmmaking.
Un capolavoro visivo
A visual masterpiece
Il film di Sorrentino è visivamente sbalorditivo. Gli scorci di Napoli e del Golfo di Napoli sono di una bellezza mozzafiato; i colori sono lussureggianti e vividi nei momenti più felici, ma comunque pieni di blu e viola sensuali quando il film prende una piega più cupa. Poiché la storia è raccontata attraverso i ricordi nostalgici di un adolescente, le scene sono idilliache e fantasiose. In uno stile leggermente “felliniano”, sono messe in scena in modo da enfatizzare le infatuazioni adolescenziali di Fabietto per il suo idolo calcistico, le donne affascinanti per cui sviluppa delle cotte e le leggende mistiche napoletane.
Sorrentino’s film is visually stunning. The views of Naples and the Neapolitan Bay are breathtakingly beautiful; the colors are lush and vivid in the happier moments but still full of sensual blues and violets when the film takes a darker turn. Since the story is told through a teenager’s nostalgic memories, the scenes are idyllic and fanciful. In a slightly “Fellini-esque” style, they are staged to emphasize Fabietto’s teenage infatuations with his soccer idol, the beautiful women he crushes on, and the mystical Neapolitan legends.
Il commento del regista — Paolo Sorrento
The director’s comment
“Questo [La mano di Dio] è il mio film più importante e doloroso.
Sono felice che tutto questo dolore si sia trasformato in gioia.”
“This [The Hand of God] is my most important and painful film.
I am happy that all this pain has turned into joy.”‘