Nel mio Nuovo libero “Eternally Artemisia” uno dei temi del libro è terapia artistica. Il personaggio principale è una terapeuta dell’arte che gestisce gruppi in Toscana. Una delle techniche che insegna al suo gruppo di donne che hanno sofferto abusi è l’arte di Kintsugi. Cos’è questo? Lasciatemi spiegare (con l’aiuto della mia amica Monica Facchini cha ha scritto su di questo proprio oggi.)
In my new book “Eternally Artemisia” one of the themes of the book is art therapy. My main character is a therapist who leads retreats in Tuscany. One of the techniques she teaches her group of women who have suffered abuse is the art of Kintsugi. What is this? Let me explain (with the help of my friend Monica Facchini who posted about this very thing today.)
In Giappone, quando un vaso si rompe, invece di buttarlo via, lo si ripara con dell’oro che viene letteralmente inserito tra le crepe per tenere insieme i pezzi. Lo si fa perché si è convinti che un vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine”.
In Japan, when a vase breaks, instead of throwing it away, it is repaired with gold that is literally inserted between the cracks to hold the pieces together. It is done because it is believed that a broken vase can become even more beautiful than it was originally.
Ma ciò che conta non è tanto la possibilità di riparare un oggetto accrescendone la bellezza e il pregio, quanto la filosofia che ne è alla base, secondo la quale la vita consta non soltanto d’integrità, ma anche di rottura e, come tale, va accolta.
But what matters is not so much the possibility of repairing an object by increasing its beauty and value, as the underlying philosophy, that maintains life consists not only of integrity, but also of rupture and, as such, should be accepted.
Il dolore così come l’errore, per i giapponesi, non incarnano un sentimento da estirpare o da occultare, così come l’imperfezione estetica non rappresenta un elemento capace di rovinare l’armonia di una figura; le crepe dell’oggetto rotto non vanno nascoste né evitate ma accettate e valorizzate, esattamente come le cicatrici e le ferite dell’anima non vanno celate ma esibite senza imbarazzo, essendo le stesse parte dell’uomo e della sua storia.
The pain as well as the error, for the Japanese, does not embody a feeling to be eradicated or hidden, just as aesthetic imperfection is not an element capable of ruining the harmony of a figure; the cracks of the broken object must not be hidden or avoided but accepted and valued, just as the scars and wounds of the soul are not hidden but exhibited without embarrassment, being the same part of man and his history.
Il Kintsugi ci dimostra che da una ferita risanata, dalla lenta riparazione conseguente a una rottura, può rinascere una forma di bellezza e di perfezione superiore, lasciandoci così intendere che i segni impressi dalla vita sulla nostra pelle e nella nostra mente hanno un valore e un significato, e che è da essi, dalla loro accettazione, dalla loro rimarginazione, che prendono il via i processi di rigenerazione e di rinascita interiore che ci rendono delle persone nuove e risolte.
Kitsugi shows us that a form of beauty and superior perfection can be reborn from a restored wound, from the slow reparation resulting from a rupture, leaving us to understand that the signs impressed by life on our skin and in our mind have value and meaning, and that it is from them, from their acceptance, from their healing, that the processes of regeneration and inner rebirth that make us whole again in a new way.
Segui il viaggio di Artemisia nelle pagine di “Eternally Artemisia” e scoprite di più sull’arte di Kitsugi.
Follow along on Artemisia’s journey in the pages of “Eternally Artemisia” and discover more about the art of Kitsugi!
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What a lovely philosophy! So glad you shared this with us. Looking forward to reading your new book!