Io sono in aereo. Sto tornando dall’Italia dopo aver passato quasi venti giorni a Firenze e Venezia. Che strano essere a bordo l’aeroplano pieno di gente che non parla italiano! Ormai mi sono abituata al ritmo della lingua ed a sentire la lingua parlata intorno a me ogni giorno. Il soggiorno in Italia ha volato via ed adesso quello che rimane del nostro language tour, è una panoplia d’immagine, pensieri, emozioni…e sempre belle foto. Italia è un posto in cui facendo solo una passeggiata lungo un vicolo stretto stretto vicino al duomo a Firenze, o salendo i gradini di uno dei ponti infiniti a Venezia, si può vedere ogni cosa immaginabile che riesce a riempire i sensi e che ispirare la creatività.
L’italia è anche uno studio dei contrasti. Nel cortile del Redentore sull’isola di Giudecca dove abbiamo vissuto in un monastero restaurato, ogni mattina c’erano gli abiti semplici semplici dei monaci che sono stati lasciati ad asciugare nel vento. Solo pochi passi dal Redentore è uno degli alberghi di lusso più notevoli del mondo – il Cipriani. In mostra nelle vetrine del ricevimento dell’albergo c’è roba elegante che costa molta, come le scarpe di disegno moderno e sexy, con tacchi alti nella forma di un rossetto rosso.
Nei canali di Venezia si può vedere piccole barche dei lavoratori e pescatori che galleggiano nel canale nell’ombra delle crociere immense, più grandi di tre isolati pieni di palazzi.
Nei campi dappertutto la città si può trovare ragazzi con visi freschi e innocenti che giocano a saltare la corda (jump rope) o con una palla di calcio tra la folla dei turisti di ogni nazioni, che ogni giorno invadano i loro campi di giochi.
Ogni mattina andando a scuola, passavo sempre lo stesso anziano che suonava la stessa canzone al violino. Era sempre lì quando lo passavo di nuovo di sera, una figura sola e povera, ma sempre con una bella parola per me e una melodia semplice anche se un po’ storta. Un bel po’ di differenza tra lui e l’orchestra raffinata e ben istruita, che ha suonato per me e un grande bel pubblico al teatro Malibran allo spettacolo “La cambiale di matrimonio” di Gioachino Rossini.
Anche nell’arte ci sono bei contrasti. Che differenza tra i palazzi e le chiese con le loro facciate eccessivamente ricci in dettagli e uno stile arzigogolato, paragonati all’arte moderna si può vedere al museo di Peggy Guggenheim.
Venezia è una festa, piena di attività, maschere, musica, rumore, folla e chiese barocche.
In contrasto solo un mezz’ora in barca da Venezia, c’è l’isola piccola piccola di Burano, con poca gente, quasi vuota con case variopinti dei pescatori. Sembra un mondo a parte di Venezia, ma ancora bella nella sua semplicità.
Nell’apprendimento della lingua del nostro tour c’erano anche dei contrasti. Durante il soggiorno a Venezia ogni mattina il nostro gruppo ha preso il vaporetto per andare a Venice Italian School. Alla scuola abbiamo studiato per tre ore, in un modo mirato… la grammatica, le nuove espressioni, il vocabolario e la pronuncia delle parole (specialmente le doppie consonanti per me!). In contrasto, nel pomeriggio c’era sempre l’opportunità di svagarci per Venezia per fare la pratica della lingua in un modo più libero e flessibile. C’erano le occasioni per parlare con i proprietari dei negozi, i camerieri e per ascoltare la gente che parlava ai loro telefonini mentre camminava lungo le calli o gli piccoli bambini che urlavano e ridevano mentre giocavano accanto i canali.
Sì! L’Italia è piena dei contrasti e possiamo ammirare tutte le diversità e i loro meriti unici. Non mi stufo mai di tutti questi contrasti e per questo tornerò in Italia ancora e ancora di nuovo! Arrivederci Italia! Ci vediamo nell’autunno in Puglia e a Matera per avere altre avventure, continuare con gli studi e per scoprire altri bei contrasti!
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era proprio un piaciere di seguirti a Venezia …..veramente una vacanza virtuale Grazie tanto, cara…….ps ho rubato la foto delle scarpe con tacchi rosetto 🙂 e fantastico!
Senza dubbio, l’Italia è una nazione piena di contrasti. Le tue foto sono una vera mostra rappresentativa di questo fenomeno.
Baci!