Don Camillo: L’arte d’arrangiarsi e la magia degli opposti

Don Camillo: The Art of Getting By and the Magic of Opposites

L’arte d’arrangiarsi e fare una bella figura
The Art of Getting By and Making a Good Impression

Per capire bene il carattere degli italiani, è necessario familiarizzare con alcuni concetti chiave. Uno di questi è “l’arte d’arrangiarsi”, che in inglese si traduce come “the art of getting by” o “the art of making something from nothing.” Durante i momenti difficili, quando risorse materiali, soldi o opportunità di lavoro scarseggiano, gli italiani dimostrano creatività e astuzia per cavarsela, anche se questo significa trovare piccole scappatoie o aggirare regole.

To truly understand the Italian character, one must become familiar with certain key concepts. One of these is “l’arte d’arrangiarsi”, which translates to “the art of getting by” or “the art of making something from nothing.” During tough times, when resources, money, or job prospects are scarce, Italians show creativity and cleverness to manage, even if this means finding small loopholes or bending the rules.

Fare una bella figura
Making a good impression

Un altro concetto cruciale è “fare una bella figura.” Questo significa mantenere le apparenze, mostrando il proprio lato migliore in pubblico anche se dietro le quinte le cose non vanno bene. È l’abilità di proteggere l’immagine personale e collettiva.

Another essential concept is “fare una bella figura.” This means maintaining appearances, showing one’s best side in public even if things are not going well behind the scenes. It’s the skill of safeguarding personal and collective image.

Relazioni fra opposti: Don Camillo e Peppone
Relationships Between Opposites: Don Camillo and Peppone

Gli italiani hanno una straordinaria abilità nel trovare un equilibrio tra opposti, unendo le differenze per convivere pacificamente. Questo talento si riflette nelle storie di Don Camillo, scritte da Giovannino Guareschi. Ambientate in un piccolo villaggio italiano del dopoguerra, le storie mostrano il rapporto tra Don Camillo, un prete carismatico e imperfetto, e Peppone, il sindaco comunista dal cuore grande.

Italians have an extraordinary ability to find balance between opposites, bridging differences to live together peacefully. This talent is beautifully illustrated in the stories of Don Camillo, written by Giovannino Guareschi. Set in a small Italian village after the war, the stories depict the relationship between Don Camillo, a charismatic and flawed priest, and Peppone, the communist mayor with a big heart.

Nonostante le differenze ideologiche, Don Camillo e Peppone condividono un rispetto reciproco e un’amicizia unica. Don Camillo disapprova l’ideologia di Peppone ma non la persona; Peppone, invece, rispetta profondamente il prete e si rivolge a lui per consigli morali e familiari. Col tempo, i due scoprono che collaborando, possono ottenere risultati migliori.

Despite their ideological differences, Don Camillo and Peppone share mutual respect and a unique friendship. Don Camillo disapproves of Peppone’s ideology but not the person, while Peppone deeply respects the priest and seeks his guidance for moral and family matters. Over time, the two discover that working together leads to better outcomes.

Il fascino dei film di Don Camillo
The Charm of Don Camillo’s Films

I film “Don Camillo” (1952) e “Il ritorno di Don Camillo” (1953), basati sulle storie di Guareschi, catturano perfettamente il microcosmo italiano del dopoguerra. Le scene comiche, i dialoghi arguti e il legame tra Don Camillo e Peppone offrono un ritratto profondo e ironico della cultura italiana.

The films “Don Camillo” (1952) and “Il ritorno di Don Camillo” (1953), based on Guareschi’s stories, perfectly capture the Italian post-war microcosm. The comedic scenes, witty dialogues, and bond between Don Camillo and Peppone offer a profound and ironic portrayal of Italian culture.

C’è una linea sottile tra amore e odio che gli italiani sembrano navigare con maestria, mantenendo l’equilibrio e affidandosi alla bontà dello spirito umano. Se volete un assaggio di questa dinamica, guardate il video clip consigliato: vi regalerà un sorriso e uno spunto di riflessione.

There’s a fine line between love and hate that Italians seem to navigate masterfully, maintaining balance and relying on the goodness of the human spirit. For a glimpse of this dynamic, watch the recommended video clip: it will bring a smile and food for thought.

Don Camillo – Il ritorno

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7 Comments

  1. Hi Melissa

    Not confident enough to reply in Italian …. there’s also a Easy Readers Italian edition of Don Camillo which I really enjoyed reading – though I can’t find it now .. Look like it’s still available – the ISBN is 9783125657106 – it expects a vocabulary of ~ 1200 words, more difficult words are explained in simpler terms

    Thanks for the blog – helps keep my rusty Italian alive 🙂

    -Sean

  2. Guareschi era compaesano di mia madre, anche se, ovviamente, non si sono conosciuti per il divario d’età, ma in paese si ricordano di lui.
    Le storie di Don Camillo, anche se ambientate a Brescello, descrivono il mondo della Bassa Parmense tra Ragazzola, Roccabianca… ma la bassa emiliana è simile un po’ ovunque, come clima e come gente.
    In casa siamo cresciuti a pane e Don Camillo; ti consiglio anche la lettura dei libri di Guareschi; sono ben scritti, attraverso un linguaggio colorito ma asciutto e con nessun dialetto, altrimenti non avrebbero avuto una gran diffusione, ma è un peccato perché all’epoca dei fatti descritti, un indefinito dopoguerra topico, la gente parlava in dialetto.

    1. Ciao Gabriele! Ricordo ora di aver scaricato i file, con le storie di Don Camillo, che mi hai spedito tempo fa. Li ho trovati sepolti sul mio hard drive! Che bello! Non vedo l’ora di leggere le storie…specialmente ora che so più sull’argomento e i personaggi. 🙂

  3. A volte faccio fatica a capire gli italiani.Lo dico perché sfogliando un’ antologia grandiosa della letteratura italiana “Dal primo Novecento ad oggi”(quasi 1000 pagine,200 autori),non ho trovato il nome di Guareschi.Non è stato nominato neanche una volta! Quello che mi lascia perplesso perché secondo Wikipedia è lo scrittore italiano più tradotto nel mondo.Adoro Don Camillo e mi chiedo soltanto se gli italiani,dopo tanti anni,sono davvero riusciti a mettere da parte le loro preferenze ideologiche e lavorare insieme per il bene comune.Spero di sì.Leo
    P.S.Meno male che hai trovato i file con le storie di Don Camillo.Me li ha gentilmente prestati tempo fa Melissa Muldoon 🙂

    1. Guareschi era monarchico, di sicuro non era di sinistra e nel suo giornale fece, all’epoca, della satira, considerata pesante, del partito comunista italiano; li chiamava “trinariciuti” e la terza narice serviva per far uscire il cervello e fare entrare le opinioni del Partito, che seguiva abbastanza fedelmente quanto veniva da Mosca.
      Il partito era un dogma; la critica non era distante dal reale, ma la sinistra non aveva ancora imparato a fare autocritica…poi, una volta iniziato, non ha più smesso e ha perseverato in modo anche immotivato, ma mi dilungo inutilmente.
      La cultura in Italia, nel bene e nel male, e a mio avviso e’ stato più un bene che un male, e’ stata dominio della sinistra e quindi del PCI, prima che questo divenisse qualcosa di indefinibile, perché era l’unico aspetto della vita del paese sfuggito ai tentacoli della DC (democrazia cristiana) e della Chiesa…il discorso così esposto e’ ridotto ai minimi termini e molto semplificato, oltre a soffrire di generalizzazioni alle quali devo ricorrere forzatamente, ma non posso essere esaustivo e conciso al contempo.
      L’essersi inimicato il PCI ha confinato Guareschi nell’ambito del nazional popolare, che e’ visto come l’antitesi della Cultura, dove e’ rimasto e dove, probabilmente rimarrà ancora a lungo.
      I suoi meriti, se ne ha altri a parte l’aver raccontato uno spezzone d’Italia in un momento difficile della sua storia, saranno indagati e scoperti più avanti nel tempo; la storia in questione e’ troppo recente e non e’ stata ancora metabolizzata; del resto stiamo ancora facendo i conti con l’unità d’Italia, gli anni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale sono troppo vicini.