Ci sono le api e le vespe che frullano nei giardini e poi ci sono le api e le vespe che ronzano nelle città. Dalle vespe e le ape che pullulano nelle strade, non bisogna avere paura di un pungiglione…ma che spavento il ronzio!
Ricordo bene il primo momento in cui ho sentito il ronzio di una vespa a Firenze. Il rumore ha echeggiato rabbiosamente lungo il viale ancora assonnato e buio, non appena toccato dai primi raggi del sole. Per guardare meglio la fonte di questo disturbo, ho spalancato le imposte del terzo piano e mi sono affacciata alla finestra. Ho visto una motocicletta con un guidatore con casco e giacca di pelle che si allontanava nella distanza, ma il rumore del suo motore rimbalzava lungo la caverna fatta dalle facciate degli edifici antichi, diventando sempre più forte. A quell’ora sembrava un suono sfrontato e fuori posto in quella vecchia città alla soglia dell’alba. Questo era la mia prima introduzione ad una vespa. Ma dopo alcuni giorni, mi sono abituata al suono ed è diventato naturale ed una parte integrale della vita quotidiana e della mia esperienza in italia.
23 Aprile 1945, viene depositata presso l’Ufficio brevetti di Firenze, da Piaggio & Co. S.p.A., la domanda di brevetto industriale per modello “di utilità” da titolo “Motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tuta la parte meccanica.”
Il prototipo fu disegnato da Corradino D’Ascanio, il responsabile per il disegno e costruzione del primo elicottero moderno. Al prototipo della motocicletta fu dato la sigla MP5 e soprannominato “Paperino”, il nome Italiano per Donald Duck dagli impiegati perché a loro sembrava che avesse una forma strana. Ad Enrico Piaggio non piacque il disegno originale e chiese D’Ascanio di rifarlo. L’ha rifatto, disegnandolo con un aspetto più moderno e aerodinamico. Quando il secondo disegno, chiamato MP6, fu mostrato ad Enrico Piaggio e lui ha sentito il ronzio del motore per la prima volta esclamò: “Sembra una vespa!” Da allora in poi la motocicletta resta incastrata con quel nome.
Nel 1946 D’Ascanio inventò l’Ape, un carro con tre ruote commerciale, basato sul disegno originale della Vespa. Oggi l’Ape è uno spettacolo normale in Italia, dove la sua misura piccola e compatta, permette di navigare le strade strette e di parcheggiare quasi dappertutto. Puoi vederle anche lungo le strade nella campagna dove gli agricoltori vendono i prodotti in proprio.
Ho visto questo video l’altro giorno su Italian Notebook. Penso che sia un bel modo per vivere una gita in Vespa indirettamente. Allora, sei pronto per andare in giro con una vespa? Metti il tuo casco e sali in sella. Facciamo una gita!
vocabolario:
pungiglione = sting
pullulare = swarm
ronzio = whir
imposte = shutters
affacciarsi = to look out over
sfrontato = shameless, brazen, impudent
soglia = threshold
brevetto = patent
casco = helmet
Ancora sto tremando da quella gita virtuale in Vespa! Pensavo che ne volessi noleggiare quando in Sorrento. Non pensavo con chiarezza! È matto!
Hai ragione! Mio amico Gabriele quando lui ha visto il video ha detto questo:
Comunque sappi che l’autista del video guida come un indigeno: va contromano, sulle corsie degli autobus, taglia la strada alla polizia, non dà la precedenza ai pedoni; d’altronde quando sei a Roma… 😉
Ho pochi ricordi di quando era bambina in Italia, ma la gioia di viaggiare nell’ape di uno cugino, rimane sempre vive nella mia mente. Mi sentivo così orgogliosa andare in giro per il paese affinché si arrivava al lavoro (cioè il lavoro per gli adulti, il gioco per i bambini!).
Mi ricordo d’essere in un campo con gli alberi di mandorle che erano tutti sfiorite – se chiudo gli occhi immagino questa bella scena e sento l’odore delle mandorle fresche. Ma che bel ricordo! Mi viene una nostalgia così profonda che non vedo l’ora di ritornare in Italia. I miei genitori sono immigrati in America nel ’59 per avere opportunità di lavoro e per dare ai loro figli un futuro migliore. Però mi sembra che quest’idea non sia totalmente vero. La vita italiana non è così frenetica come la vita americana. Qui in America si lavora, poi si lavora, e poi si lavora ancora di più. Gli italiani invece sanno godere la vita. Sì, è vero che il lavoro sia importante, ma la gioia di vivere e di godere tutto quello che c’è intorno è egualmente importante. Spesso penso come la mia vita sarebbe differente se i miei genitori non fossero immigrati negli Stati Uniti. È un po’ come la poesia di Robert Frost, “The Road Not Taken”.
Comunque avevo solamente quattro anni e la decisione non era la mia, ma di tanto in tanto mi viene in mente questo pensiero. Per me il ronzio della Vespa è bella musica che me riporta ai tempi passati che erano pieni di gioia e di semplicità.
Caterina! Che bei ricordi! Gli alberi delle mandorle, l’aroma ed andare in giro nell’ape…posso immaginare come tutto quello avrebbe potuto fare un’impronte forte sulla mente di una bimba piccolissima. Bello che tu puoi chiudere gli occhi per ricordarli quando vuoi…sei fortunata che i ricordi saranno con te!
ah sì! sempre noi essere umani immaginiamo che cosa avrebbe successo se abbiamo scelta una pista diversa. Mi domando perché non era la mia fortuna di conoscere un italiano quando ero una studentessa tanti anni fa, di sposarlo e di vivere in Italia! 😉 Ma non posso rimpiangere le cose e sono contenta con il corso della mia vita con mio marito e la mia famiglia qui negli stati uniti. Qualche volta però penso che sarebbe bello se fosse possibile vivere due vite allo stesso tempo…una qui e una là! Magari un giorno avrò una vita in italia! 😎
Melissa,
Sono assolutamente convinta che tu sia italiana! Una donna che puo ispirare un amore così profondo per la lingua e cultura italiana dev’essere un’anima italianissima! Tu mi hai ispirato di riprendere lo studio della lingua Il tuo incoraggiamento e il tuo sito mi ha offerto l’opportunità di praticare la lingua senza giudizio e senza paura di rinprovimento per ogni sbaglio. Ti ringrazio profondamente per questo blog che offre tanti modi di studiare e conoscere meglio la bella lingua italiana.
Melissa, sono sicura che un giorno uscirai a realizzare il tuo sogno e vivere in Italia. Sei una donna veramente forte!!!!Di nuovo ti ringrazio di vero cuore per aver creato questo blog.
Cara Caterina, tu sei la mia tifosa più grande! Le tue parole sono musica alle orecchie. Ho iniziato questo blog con l’intensione di migliorare il mio italiano, ma è molto più soddisfacente sappendo che ho ispirato gli altri a riprendere i loro studi. Un abbraccio!